martedì 12 gennaio 2010

CAPO VII

Riprende i Farisei, che biasimavano i Discepoli, che mangiavano senza lavarsi le mani, mentre essi trasgredivan la legge di Dio per osservare le loro tradizioni. Dice, quali siano le cose, che posson rendere impuro l'uomo, vien a dire quelle, che escono dal cuore. Alla perseverante orazione dalla Sirofenissa libera la figliuola di lei dal Demonio, e risana un uomo mutalo, e sordo.

E raunaronsi da lui i Farisei, e alcuni degli Scribi venuti da Gerusalemme. 2. E avendo osservato alcuni de' suoi discepoli cibarsi con mani impure, cioè senza essersele lavate, gli biasimarono. 3. Imperocché i Farisei, e tutti i Giudei non mangiano senza lavarsi spesso le mani , attenendosi alla tradizione de' Maggiori : 4. E quando tornano dal foro, non mangiano, se prima non si sono lavati. E vi sono molte altre lavande, che è stato loro insegnato di osservare, de' bicchieri, degli orciuoli, de' vasi di bronzo, e dei letti. 5. Or i Farisei, e gli Scribi lo interrogarono: per qual motivo i tuoi discepoli non camminano secondo la tradizione degli antichi, e mangiano senza lavarsi le mani? 6. Ma egli rispose, e disse loro: a ragione Isaia profetò di voi ipocriti, come sta scritto: questo popolo mi onora colle labbra, ma il cuor loro è lungi da me. 7. Inutilmente poi mi onorano, insegnando dottrine, e comandamenti d'uomini. 8. Imperocché, trascurati i comandamenti di Dio, siete tenaci delle tradizioni degli uomini, dei lavamenti degli orciuoli, e dei bicchieri, e molte altre cose voi fate simili a queste. 9. E diceva loro: voi benissimo distruggete i comandamenti di Dio per osservare la vostra tradizione, 10. Imperocché Mosè disse: onora il Padre, e la Madre. E chi maledirà il Padre, o la Madre, sia punito di morte. 11. Ma voi dite: uno potrà dire al Padre, o alla Madre, l'offerta, che io fo a Dio, gioverà a te: 12. E non permettete, che egli faccia nulla per suo Padre, o per la Madre, 13. Violando la parola di Dio per la vostra tradizione inventata da voi: e molte cose voi fate simili a questa. 14. E chiamata a se nuovamente la turba, dicevale: ascoltatemi tutti, e imparate. 15. Nissuna cosa vi è esteriore all'uomo, la quale entrando in esso, possa renderlo immondo: ma quelle, che procedono dall'uomo, quelle sono, che rendono impuro l'uomo. 16. Chi ha orecchie da intendere, intenda. 17. Ed entrato che egli fu nella casa sciolto dalla turba, i discepoli lo interrogarono intorno a quella parabola. 18. Ed egli disse loro: anche voi adunque siete tanto ignoranti? Non intendete, che tutto quello, che di fuora entra nell'uomo, non può renderlo impuro? 19. Perché non entra nel cuore di lui, ma passa nel ventre, donde va nel secesso, lo spurgo di tutti i cibi. 20. Ma quello, diceva egli, che esce dall'uomo, rende immondo l'uomo. 21. Imperocché dal di dentro del cuore degli nomini procedono i cattivi pensieri, gli adulterj, le fornicazioni, gli omicidj, 22. I furti, le avarizie, le malvagità, le frodi, le impudicizie, l'invidia, le bestemmie, la superbia, la stoltezza. 23. Tutti questi mali procedono dal di dentro, e impuro rendono l'uomo. 24. Indi partitosi, se ne andò ai confini di Tiro, e di Sidone: ed entrato in una casa, non voleva, che nissun lo sapesse, ma non poté star celato. 25. Imperocché una donna, la figliuola di cui era posseduta dallo spirito immondo, avendo sentito parlar di lui, andò a gettarsi a' suoi piedi. 36. Ella era Gentile, e Sirofenice di nazione. E lo supplicava, che scacciasse il demonio dalla sua figliuola. 27. Ma Gesù dissele: lascia, che prima si satollino i figliuoli: imperocché non è ben fatto di prendere il pan de' figliuoli, e gettarlo a' cani. 28. Ma quella rispose, e dissegli: sì, Signore, imperocché anche i cagnuolini mangiano sotto la tavola i minuzzoli de' figliuoli. 29. Ed egli le disse: per questa parola va, il demonio è uscito dalla tua figlia. 30. Ed ella ritornata a casa sua, trovò la fanciulla, che giaceva sul letto, e che il Demonio se n'era partito. 31. E tornato indietro dai confini di Tiro, andò per Sidone verso il mare di Galilea, traversando il territorio della Decapoli. 32. E gli fu presentato un uomo sordo, e mutolo, e lo supplicarono a imporgli la mano. 33. Ed egli, trattolo in disparte dalla folla, gli mise le sue dita nelle orecchie, e collo sputo toccò la sua lingua: 34. E alzati gli occhi verso del Cielo, sospirò, e dissegli: ephphetha, che vuol dire, apriti. 35. E immediatamente se gli aprirono le orecchie, e si sciolse il nodo della sua lingua, e parlava distintamente. 36. Ed egli ordinò loro di non dir ciò a nissuno. Ma per quanto glielo comandasse, tanto più lo predicavano: 37. E tanto più ne restavano ammirati, e dicevano: ha fatto bene tutte le cose: ha fatto, che odano i sordi, e i mutoli favellino.

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